Tra una ristretta e l’altra (delle quali non si sapevano ne i componenti ne gli argomenti di discussione):
Intanto alle richieste di venerdi 25 Marzo 2022 delle OO.SS. di ritirare la procedura della cassa integrazione straordinaria, l’azienda ha risposto con l’invio ai lavoratori della comunicazione di messa in cassa integrazione.
Alla ripresa del confronto, ai chiarimenti chiesti dalle varie OO.SS. presenti sulle criticità le contraddizioni della messa in CIGS di circa 3000 lavoratori e l’intenzione di aumentare la produzione di acciaio, non sono state date risposte esaurienti. Specie quando da parte aziendale e del ministero, si è sostenuto che le motivazioni del ricorso alla CIGS non sono per mancanza di materia prima o mancanza di liquidazione ma per ristrutturazione, non si è spiegato di quale ristrutturazione si parla. Inoltre al una nostra domanda se l’affermazione fatta dall’azienda “Il pieno regime del piano è condizionato ai provvedimenti della magistratura” si riferiva agli impianti inquinanti definiti incompatibili con la vita umana, non abbiamo avuto risposta. Si è continuato dunque a girare su argomenti che di fatto non hanno dato minimamente certezze concrete, ne nei riguardi del futuro occupazionale, ne agli interventi di salvaguardia della salute.
🔴Nostra considerazione riportata anche nell’incontro:
la realtà è che’ i lavoratori, tutti anche quelli di ILVA in A.S.. e degli appalti, hanno bisogno di stabilità economica e di un lavoro tutelato sia dal punto di vista della salute che dell’occupazione e questa prospettiva non c’è, come non c’era nel 2018 (e i fatti lo hanno dimostrato) nonostante i lavoratori sono stati indotti a rinunciare a tutele giuridiche (tipo il 2112 ecc.) oggi si è in una situazione ancora più incerta di prima.
Ribadiamo che per porre fine a questa estenuante agonia, devono scendere in campo i lavoratori con l’unità e la lotta per la salute, il lavoro e un futuro senza ricatto e sopratutto senza veleni.