Sono trascorsi oltre 14 anni dalla deportazione a Nola dei lavoratori Fiat, allora definiti da Sergio Marchionne,”pecore nere”, semplicemente perchè non si piegavano al ricatto, e rivendicavano il rspetto delle norme e un salario adeguato.
Dopo tanti anni Stellantis è costretta a far rientrare i lavoratori discriminati per evitare una sentenza negativa. Un rientro graduale, “riassorbono” i primi 27, e immediatamente si riscontrano i problemi di sempre.
Un impressionante velocizzazione dei tempi, carichi di lavoro insostenibili e ambienti di lavoro inadeguati in particolar modo temperature che in questo momento superano i 40° per la mancanza \ insufficienza della climatizzazione.
Cicli di lavoro, non resi visibili ai lavoratori, operazioni comunicate a voce, inoltre senza che abbiano ricevuto nessuna formazione teorica, pretendono la firma alle schede valutazioni rischi delle singole postazioni, nonostante viene specificato sulle schede, “di aver ricevuto una corretta formazione sui rischi presenti”, insomma un sistema vecchio mai abbandonato.
Ovviamente alcuni lavoratori si sono rifiutati e ciò ha irritato l’azienda fino ad organizzare meeting giornalieri tra i responsabili del personale e capi ute, per valutare come gestire i ribelli che osano continuare a rivendicare il rispetto delle condizioni di lavoro.
E’ evidente che se si è arrivati a tale degrado è per la subalternità delle O.S. presenti in fabbrica. Esortiamo tutti i lavoratori all’unità e ad organizzarsi.
Stiamo ritornando.
Alla Fiom diciamo che non basta limitarsi a non firmare gli accordi se poi nei fatti si accettano i contenuti, tipo recuperi per sospensione attività ecc, se realmente sono contrari, troverà in noi una sponda, ma se pensano di continuare nell’ambiguida, troveranno un nemico,
Alla Fiom diciamo che non basta limitarsi a non firmare gli accordi se poi nei fatti si accettano i contenuti, tipo recuperi per sospensione attività ecc, se realmente sono contrari, troverà in noi una sponda, ma se pensano di continuare nell’ambiguida, troveranno un nemico.
Al sindacalismo di base diciamo, è giunto il momento di unificare le lotte e creare un fronte comune pur rimanendo nelle sinole realtà.
NON è PENSABBILE CHE L’AZIENDA TI MANDA A CASA PER
MANCANZA DI MATERIALE E POI PRETENDE IL RECUPERO,
COME NON E’ PENSABBILE CHE CI SIANO RITMI
INSOSTENIBBILI E CONTEMPORANEAMENTE GENTE IN CIG.
Se ciò accade
bisogna scioperare e lottare,
UNITI SI VINCE…