PER UN VERO RECUPERO DEL VALORE SALARIALE.

Una storia infame. Ma conoscere il passato è indispensabile per modificare il futuro. Da decenni è in atto una lunga offensiva contro i salari che continua a peggiorare le condizioni di vita dei proletari e delle loro famiglie. In milioni sono sotto la soglia della povertà.

Oggi, con la guerra e il rapido aumento dell’inflazione il potere di acquisto dei salari è ulteriormente sceso in pochissimo tempo.

Le lavoratrici e i lavoratori più giovani forse neanche lo ricorderanno, ma dal 1945 al 1992 in Italia c’era la SCALA MOBILE: un meccanismo di adeguamento di salari e pensioni al costo della vita.

Fu introdotta dopo la Liberazione grazie alla forza che avevano il movimento operaio con i consigli di fabbrica.

Da subito, la scala mobile divenne bersaglio del padronato e dei governi, fino all’accordo del 31 Luglio 1992 CGIL, CISL, UIL che ne sancì la definitiva cancellazione.

Da quel momento a stabilire la previsione degli aumenti sarebbe stato l’ISTAT, che rinviava eventuali scostamenti tra inflazione prevista e quella reale  a successivi recuperi che nei fatti si sono tramutati in un bluff.

Utilizzarono meccanismi che definire truffaldini è poco.

Iniziarono a parlare di “inflazione realisticamente prevedibile” ossia il codice IPCA (Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato).

In quel contesto, la democrazia economica veniva sostituita dal dogma di Maastricht, che negli anni successivi avrebbe portato a inserire il pareggio di bilancio in Costituzione.

La dinamica in continua crescita dei prezzi energetici fa perdere potere di acquisto, di conseguenza gli aumenti salariali saranno sempre inferiori al reale aumento del costo della vita e non copriranno l’inflazione reale. Se poi consideriamo lo scambio diseguale tra aumenti contrattuali e servizi (come la beffa di sanità e previdenza integrativa sacrificando il TFR), ci rendiamo conto di come l’intera dinamica contrattuale concordata con i Sindacati Confederali abbia rappresentato una debacle autentica per i nostri salari.

E IN TUTTO QUESTO L’EUROPA?

L’UE, rendendosi conto dell’imminente pericolo di rivolta sociale, propone un “SALARIO MINIMO”, ovviamente non uguale per tutti i paesi.

Nei confronti di questa ipotesi, ecco che gli schieramenti politici del centro sx si accodano insieme alle O.O.S.S. (Anch’esse responsabili della situazione attuale).

Mentre Draghi tace e continua a ricevere applausi da industriali tanto ipocriti quanto arroganti, i vertici sindacali collaborazionisti si limitano alla richiesta di rivedere il metodo di calcolo degli aumenti nei CCNL.

Ci vorrebbero far dimenticare che proprio quel metodo, da loro accettato, è stato una concausa dell’impoverimento della classe operaia.

CONFINDUSTRIA fa il solito piagnisteo sulla “povera impresa” tartassata che si lamenta degli alti prezzi di materie prime ed energia. Condivide però l’azione di Draghi, il suo atlantismo, e la sua politica di guerra per i profitti.

Sui salari la posizione confindustriale è chiara: nessun aumento slegato dall’aumento della produttività, ovvero dello sfruttamento.

I media accorrono promuovendo la necessita’ di un salario minimo paragonandolo addirittura ad una nuova scala mobile.

NIENTE DI PIÙ FALSO.

Con scala mobile si intende in termini economici quel sistema di rivalutazione automatica delle retribuzioni dei lavoratori dipendenti e pensionati.

Il tutto per contrastare la diminuzione del potere d’acquisto (dovuto al costo della vita e alle crisi).

Mentre con salario minimo si intende una soglia minima per quei lavoratori privi di contratto nazionale, quindi sui pensionati, i lavoratori con regolare contratto nazionale, non porterebbe nessuna rivalutazione. Mentre a coloro sotto la soglia di poverta’ non assicurerebbe un salario dignitoso.

BASTA SFRUTTAMENTO CON I SOTTO SALARI PER I GIOVANI PRECARI!

BASTA SFRUTTAMENTO PER I LAVORATORI E LE LAVORATRICI.

A UGUALE LAVORO UGUALE SALARIO!

Per una nuova scala mobile capace di garantire salari e pensioni!

E’ urgente riprendere la mobilitazione, altrimenti dopo la riduzione che stiamo subendo con l’inflazione galoppante ne verranno altre, perché i padroni vogliono salvare a tutti i costi i loro profitti minacciati dalla crisi, dalla pandemia e dalla guerra.

I costi di questa situazione, li stanno scaricando solo su di NOI.