Sui lavoratori, sui pensionati, sui ceti più deboli della società, sta per abbattersi una delle crisi più devastanti della storia della repubblica.
L’Europa delle merci e non dei popoli, asservita agli USA e alla NATO, ha fomentato una guerra i cui effetti stiamo già pagando e ancora di più pagheremo nei prossimi mesi.
Tutte le difese e le tutele conquistate a favore del mondo del lavoro e per la salvaguardia del potere d’acquisto, sono state smantellate, pezzo dopo pezzo, in questi anni da centrodestra, centrosinistra e sindacati compiacenti.
Aumenta l’età pensionabile, aumentano gli incidenti e le morti sul lavoro.
Continua la svendita di settori strategici dell’economia nazionale, l’emigrazione legalizzata di gruppi societari verso paradisi fiscali, europei ed extraeuropei.
Letta, Salvini, Berlusconi, Conte, Di Maio, Renzi e la falsa opposizione della Meloni hanno sostenuto Draghi votando tutti i provvedimenti che hanno contribuito ad affamare il popolo, a ridurre i diritti sociali e civili, limitando la democrazia dentro e fuori i luoghi di lavoro.
Hanno favorito tagli e privatizzazioni della sanità, della scuola, dei trasporti, addirittura al bene primario dell’acqua, contro cui nel 2011 il popolo si oppose con il referendum.
Hanno gestito la pandemia con misure per nulla sanitarie, provocando discriminazioni divisive e ricattatorie.
Ci hanno trascinato in una guerra e a pagarne le conseguenze sono soprattutto i lavoratori e chi vive del proprio lavoro. Chiusure di aziende, delocalizzazioni e precariato mortificano il mondo del lavoro; gli aumenti del gas, Enel e generi di prima necessità taglieggiano salari (già tra i più bassi d’Europa) e redditi, dei tanti lavoratori autonomi, artigiani, partita iva.
La Costituzione ripudia la guerra e invece si inviano armi e migliaia di euro al giorno in Ucraina ma non si trovano fondi a sostegno di chi è in difficoltà.
Dai luoghi di lavoro alle piazze occorre dire basta a tutto questo e mobilitarsi per la costruzione di momenti di lotta con un programma chiaro, in preparazione di uno sciopero nazionale contro questo sistema e chi si appresta a perseguirlo dopo le elezioni politiche del 25 Settembre.
A partire dalla contrarietà alla guerra e all’invio di armi nei teatri bellici, al ripristino delle libertà e l’eliminazione di ogni discriminazione sanitaria e di opinione, etnia, genere, ecc.
ABROGAZIONE DELLE LEGGI CHE HANNO SMANTELLATO I DIRITTI DEI LAVORATORI, DAL JOBS ACT, ALL’ART. 18, ALLA LEGGE FORNERO, ALLE NORME CHE CONSENTONO ASSUNZIONI PRECARIE E SOTTOPAGATE. IL LAVORO DEVE ESSERE STABILE E TUTELATO! BASTA MORTI SUL LAVORO E PROCESSI PRODUTTIVI CHE EMETTONO SOSTANZE TOSSICHE NOCIVE PER LA VITA UMANA
RIPRISTINO DI UN MECCANISMO AUTOMATICO CHE ADEGUI I SALARI E LE PENSIONI ALL’INFLAZIONE E AL COSTO DELLA VITA (SCALA MOBILE)
STOP AL RINCARO DELLE BOLLETTE
RIDUZIONE DELL’ORARIO DI LAVORO PER LA PIENA OCCUPAZIONE, OGGI POSSIBILE VISTO LO SVILUPPO TECNOLOGICO RAGGIUNTO, PIANO STRAORDINARIO DI ASSUNZIONE PER I GIOVANI IN TUTTI I SETTORI DI PUBBLICA UTILITÀ A PARTIRE DALLA SANITÀ, TRASPORTO PUBBLICO, SCUOLA E SERVIZI SOCIALI, IN GENERALE PER GARANTIRE SERVIZI GRATUITI ED EFFICIENTI
CONTRO OGNI FORMA DI LIMITAZIONE DEL DIRITTO DI SCIOPERO
DIRITTO ALLA PENSIONE A 60 ANNI O 35 ANNI DI LAVORO
PIANO STRAORDINARIO DI MANUTENZIONE E MESSA IN SICUREZZA DEL TERRITORIO E LA TUTELA DELL’AMBIENTE
PIANO STRAORDINARIO DI MANUTENZIONE E MESSA IN SICUREZZA DEL TERRITORIO
PIANO STRAORDINARIO DI EDILIZIA POPOLARE, RECUPERANDO ANCHE IMMOBILI PUBBLICI NON UTILIZZATI, PERCHÉ SIA GARANTITO IL DIRITTO ALL’ABITARE
Contro un sistema che ha generato disuguaglianze economiche e sociali, precarietà, distruzione dell’ambiente, pandemie e guerre.
ORGANIZZAZIONE, LOTTA, MOBILITAZIONE