ALLO STATO DI EMERGENZA OPPONIAMO RESISTENZA!

IL 2 DICEMBRE 2022 SCIOPERO GENERALE NAZIONALE

SONO INTERESSATI TUTTI I SETTORI PUBBLICI E PRIVATI

Gran parte del sindacalismo di base, seppur in ritardo, ha proclamato lo sciopero generale. Inizialmente si era convenuto di confluire unitariamente a Roma per dare un segnale politico forte di opposizione alla politica guerrafondaia e generatrice del carovita dell’attuale Governo in continuità con il Governo Draghi.

Nelle innumerevoli riunioni, in preparazione dello sciopero si sono manifestate le divergenze sui contenuti che ha portato a partorire una piattaforma generica ed equidistante sulla guerra, fino ad arrivare a dissolvere la possibilità di organizzare, nella giornata dello sciopero, un unico corteo a Roma, ripiegando su varie manifestazioni in più città, oltre a promuovere da parte di alcune sigle sindacali una doppia manifestazione, il giorno dopo lo sciopero, a Roma.

Da parte nostra, pur ritenendo fondamentale l’unità del sindacalismo di base in un contesto dove l’avversario di classe è vincente ed esprime tutta la sua arroganza nei confronti della classe lavoratrice e dei ceti popolari, pur cercando di favorire l’unità di azione e rimuovere gli ostacoli che da troppo tempo hanno arenato il sindacalismo conflittuale su un terreno divisivo e spesso autoreferenziale e per alcuni, una prospettiva entitaria poco coerente, riteniamo non accettabile l’evitare perfino di discutere e confrontarsi nel merito dello stato delle cose, della guerra e delle politiche conseguenti, il carovita, le delocalizzazioni, i licenziamenti di milioni di persone oltre alle limitazioni dei diritti sindacali, sociali e civili.

Riteniamo, che evitare di discutere le divergenze non faciliti l’unità ma al contrario porta ad essere generici e a offuscare l’entità del conflitto, favorendo ambiguità e il venir meno di un’azione più che necessaria a sollevare la presa di coscienza della classe lavoratrice.

Sulla guerra non possiamo non dire che è una guerra voluta e preparata soprattutto dagli USA e che la NATO, l’UE e il Governo attuale come quello precedente ci sta affamando per sottostare agli interessi degli USA e che le conseguenze economiche e dei diritti, che pagano i lavoratori, i ceti popolari e chi vive del proprio lavoro, sono dovute a queste scelte politiche, come lo sono state nell’emergenza della pandemia.

Abbiamo ritenuto di scioperare comunque il 2 Dicembre ma con una piattaforma senza ambiguità almeno sui punti centrali della conflittualità. L’ambiguità è ciò che ha portato migliaia di persone, il 5 Novembre a manifestare contro la guerra a fianco di partiti e associazioni che contemporaneamente promuovevano e promuovono la guerra trasformando il tutto in un atto strumentale “per la pace” mentre si invocano più armi in Ucraina e spese militari. Gli stessi che negli scorsi anni sono stati gli artefici nel creare le condizioni nelle quali si trovano oggi i lavoratori e in generale il Paese. Artefici nel promuovere misure che hanno limitato la democrazia dentro e fuori i luoghi di lavoro, che hanno determinato lavoro precario e mal pagato eliminando tutele e diritti, criminalizzando ogni forma di dissenso e contrarietà sociale, sindacale e politica, favorendo le privatizzazioni di servizi pubblici essenziali a partire da sanità, scuola, trasporti ecc…

Crediamo sia necessario definire una entità che si contraddistingue per la concretezza nell’agire più che dall’uso degli slogan. Avviare un percorso che, nel preservare la storia di ognuno, sappia definire un percorso inclusivo, unitario, organizzato e di prospettiva che abbia anche un profilo definito contro ogni forma di deviazione e involuzione, proiettato alla presa di coscienza delle masse lavoratrici, per costruire le basi per riappropriarci del concetto di sovranità dei lavoratori e dei ceti proletari ad essi collegati.

Siamo ad uno spartiacque: omologarsi al pensiero unico del capitale, sottomettersi alle richieste delle associazioni dei padroni, come i confederali che da decenni hanno abbandonato le logiche conflittuali, oppure perseguire con impegno la costruzione di un sindacalismo conflittuale con obiettivi all’interno di un programma che passa dalle rivendicazioni immediate per migliorare le condizioni di vita e di lavoro, che difende i diritti e le libertà, al superamento di questo sistema.

In sostanza ci sono due modelli di sindacalismo, uno basato sul riconoscimento da parte dei padroni e uno sul riconoscimento da parte dei lavoratori.

Noi saremo sul secondo modello e daremo il nostro modesto contributo per un fronte comune del sindacalismo conflittuale ma soprattutto perseguiremo l’unità dei lavoratori, delle lavoratrici, di chi vive del proprio lavoro e di tutti i ceti popolari ad essi collegati, cercando di analizzare e contestualizzare il conflitto capitale/lavoro nella situazione concreta adeguando la nostra azione al contesto politico attuale ma non devieremo con scusanti tecniche dal percorso di lavorare per il protagonismo dei lavoratori e soprattutto per il fine ultimo.

vedi documento scioprero IL NEMICO E’ IN CASA NOSTRA – Sindacato Generale di Classe