MARCIA INDIETRO DEI SINDACATI CGIL CISL UGL FISMIC

I sindacati fanno marcia indietro sull’esigenza di discutere a 360 gradi della grave situazione dei lavoratori e si allineano alle esigenze dettate da ACCIAIERIE D’ITALIA.

Dopo 3 incontri al Ministero, l’azienda ha riportato nel recinto della perenne CIGS le OO.SS., concedendo la sola maturazione dei ratei della 13^, nonostante le stesse Organizzazioni Sindacali tutte avessero iniziato gli incontri pretendendo una discussione a tutto campo, uniti però nel chiedere l’aumento della produzione di acciaio, al di là degli effetti nocivi che ne deriverebbero.

Come al solito, sono rientrati nei ranghi delineati da Acciaierie d’Italia. Ogni discussione sul Piano Industriale, sul rischio di ulteriori esuberi vengono liquidate con vaghe dichiarazioni, mentre sul futuro dei cassintegrati ex ILVA in A.S. è emerso che c’è stato un accordo tra Governo, Acciaierie d’Italia e Commissari sottoscritto il 4 marzo 2020 che ne esclude il rientro nello stabilimento.

Sulle condizioni lavorative, tra amianto, mancanza di manutenzione e di conseguenza di sicurezza, sui processi produttivi inquinanti e sugli effetti devastanti sui lavoratori e sul tutto il territorio, nessuno dei presenti ha voluto discutere.

La nostra delegazione sindacale, rappresentata da Stefano Sibilla, cassintegrato, e Antonio Ferrari, Segretario Generale di L.M.O, è stata addirittura redarguita da Acciaierie d’Italia per aver affermato quanto già decretato da sentenze nazionali e internazionali sulle condizioni di lavoro all’interno dello stabilimento siderurgico di Taranto, con ventilate ipotesi di provvedimenti nei loro confronti! Da parte delle altre OO.SS. tutte silenzio assoluto.

Sorprendente l’intervento della RSU FIOM di Genova che ha dato la disponibilità a firmare la CGIS “anche sotto ricatto” (parole sue), ignorando totalmente le necessità e le criticità di Taranto.

La nostra O.S. (LMO – Lavoratori Metalmeccanici Organizzati) ha ribadito la propria posizione “…… una riorganizzazione (motivo per cui viene chiesta la CGIS) non può prescindere da una prospettiva e da una visione complessiva per il futuro dei lavoratori, tutti, Acciaierie d’Italia ed ex ILVA in A.S. sia dal punto di vista occupazionale che ambientale”.

Sarà per la nostra coerenza che, alle 18,45 del 28 marzo 2023, su volontà di alcune OO.SS., ci hanno escluso dalla “riunione ristretta”, durante la quale hanno definito il verbale da sottoscrivere, comunicandoci alle ore 24,00 quanto avevano “partorito”.

Oggi, 29 marzo 2023, nuovo collegamento con il testo definitivo che, nella sostanza, non aggiunge nulla a ciò che fin dall’inizio aveva voluto Acciaierie d’Italia.

Chi dovrebbe mettere al primo posto il lavoro e la salute dei lavoratori ha ancora una volta accettato il ricatto, che oltretutto non garantisce né lavoro né la tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini del territorio.

Solo il protagonismo dei lavoratori che prenda in mano le sorti del proprio futuro, solo la lotta può invertire lo stato delle cose!