Governo, partiti, politici, sindacati, parlano tanto di ambiente, sicurezza, green, e contemporaneamente permettono all'(ex Ilva) oggi Acciaierie Italia di Taranto di continuare indisturbata ad emettere veleni e a mantenere il titolo di fabbrica della mortr.
Sono ancora migliaia i lavoratori esposti al rischio amianto e alle patologie ad esso correlate.
Ricordiamo che l’amianto provoca l’insorgenza di cancro e altre neoplasie correlate anche ad altri cancerogeni presenti nello Stabilimento.
Per avere un quadro più chiaro della situazione basterà dare un’occhiata ai dati epidemiologici diffusi dall’Ona:
472 casi di mesotelioma, registrati nella sola città di Taranto nel periodo dal 1993 al 2015 (complessivamente in Puglia negli ultimi vent’anni sono stati censiti 1.191 mesotelioma e di questi il 40% sono a Taranto);
Il 400% in più di casi di cancro tra i lavoratori impiegati dello Stabilimento;
Il 50% di cancri in più anche tra gli impiegati dello stabilimento, che sono stati esposti solo in modo indiretto;
Il 500% di cancri in più rispetto alla media della popolazione generale, della città di Taranto, non impiegata nello stabilimento.
In occasione della festa dei lavoratori, a differenza di chi ritiene utile festeggiare con un il solito concertone, noi continuiamo a sostenere questa giornata un momento di lotta e manifestiamo insieme ai lavoratori. Lo facciamo qui a Taranto, insieme ai comitati di lotta cittadini, denunciando i “crimini” e i “veleni”, e la mancanza di una vera politica di ripresa del territorio.
L’intervento del segretario generale di LMO – lavoratori metalmeccanici organizzati, Antonio Ferrari.
La testimonianza della farsa avvenuta di recente presso il ministero del lavoro, tra Acciaierie d’Italia e O.O.S.S. a discapito dell’inclusione dei 1661 lavoratori Ex Ilva in a.s. nel siderurgico.
LMO ringrazia il comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti dell’immenso lavoro che hanno svolto con grande sacrificio, per cercare di portare a termine la manifestazione nonostante la pioggia.
La pioggia non arresta la voce operaia, ne tantomeno quella dei cittadini stanchi delle ingiustizie che questo territorio subisce da decenni.