A Taranto per anni sulla vertenza (ex Ilva) Acciaierie d’ Italia si assistono solo passerelle di attori che vorrebbero “con le parole” salvaguardare la salute di un intero territorio, portando le nuove tecnologie all’interno del Siderurgico di Taranto, ma in realtà ad oggi persiste un forte rischio sia di incidenti rilevanti, sia per la salute dei lavoratori e dei cittadini.
“A parole” dovrebbero passare anni di lavoro per poi fare uscire i fiori dai camini, però confermano che in tutti questi anni si dovrà continuare a produrre questo tipo di acciaio, su impianti che emettono sostanze tossiche e polverini che svolazzano nell’ambiente, commettendo ogni giorno reati ambientali; ai sensi della direttiva sulle emissioni industriali.
Le attività industriali ad alto potenziale inquinante devono essere munite di autorizzazioni. Ilva prima, ArcelorMittal e poi AcciaieriedItalia in tutti questi anni hanno avuto solo un’autorizzazione dallo Stato Italiano per svolgere le loro attività (la licenza di uccidere).
Di conseguenza, gli impianti sprigioneranno dense nubi di particelle e di polveri industriali, con conseguenze potenzialmente gravi per la salute dei lavoratori e di un intera popolazione locale.
Da anni le prove di laboratorio evidenziano un forte inquinamento dell’aria, del suolo, delle acque di superficie e delle falde acquifere, sia in tutto lo stabilimento e sia nelle zone adiacenti della città di Taranto.
Con l’accensione dell’altoforno 2, fermo da luglio 2022 si contribuirà ad aumentare la produzione e le emissioni di sostanze inquinanti.
Questo tipo di politica industriale non è accettabile, perché protrarrà nel tempo disastri sia sulla salute che sulla tutela occupazionale.
Noi ribadiamo che la vera strada da intraprendere è il fermo di tutti gli impianti, salvaguardando i lavoratori diretti e indiretti, nell’occupazione per le bonifiche non solo all’interno dello stabilimento ma anche all’esterno, riconoscimento di prepensionamenti e della legge sull’amianto e per le sostanze nocive e tossiche, promuovendo anche qui a Taranto, un vero e proprio laboratorio di ricerca scientifica dove impegnare i giovani laureandi e laureati per un vero cambiamento e aiutare a risanare un intero territorio ormai devastato sul piano ambientale e sociale.