Lavoratori, considerato che l’usanza di redigere un verbale, a seguito di eventi, assemblee, scioperi è pressoché’ scomparsa dalla cultura sindacale, riteniamo indispensabile una corretta informazione, anche per rendere partecipi tutti i lavoratori.
Ieri si è svolta l’assemblea indetta dalla Fiom, un assemblea per discutere delle problematiche lamentate dai lavoratori, scaturite poi in uno sciopero.
L’intervento iniziale, ha fatto una breve panoramica dal 2008 ad oggi, evidenziando la discriminazione subita dalla Fiom e dagli iscritti da parte della Fiat/Fca ora Stellantis, valorizzandone il risultato ed elogiandone l’esistenza, rimarcando la volontà di non aver firmato il CCSL, e di ritenersi liberi di non sottostare alle clausole di raffreddamento, toccando solo minimamente le vere problematiche dimostrando l’assenza di una vera strategia.
Un lavoratore, nostro dirigente, è intervenuto, evidenziando, sin da subito, che i veri discriminati sono stati quei lavoratori iscritti alle O.S. di base, emarginati e deportati a Nola, che solo grazie al sindacalismo di base e alla loro tenacia sono rientrati a Pomigliano.
Che tanti tra loro, allocati in reparti fantasma, continuano ad essere discriminati insieme ad altri lavoratori già presenti in azienda, privi di mansioni e a salario ridotto, dato che l’azienda continua ad usufruire degli ammortizzatori sociali, costringendoli a lavorare pochi giorni al mese, e di fatto nuovamente emarginati.
E allo stesso tempo ricorre a trasfertisti e straordinario.
Ma il punto nevralgico dell’intervento è la mancanza di un vero piano industriale e l’inefficacia della risposta sindacale, rimarcando la volontà Fiom di voler spostare la lotta solo sull’immagine, con le varie gite scolastiche, come la trasferta fatta a Poissy, Parigi per chiedere un piano industriale.
Dimenticandosi totalmente che queste rivendicazioni un O.S. vera, le fa con la lotta e non elemosinando un po’ di lavoro, risaltando che, “se la CGIL rivendica realmente un piano industriale, perché non fa come il sindacato francese, bloccando il paese”.
Conclude sottolineando “è vero che il CCSL non è stato firmato, ma è semplicemente una bandierina, dato che avete siglato il testo unico sulla rappresentanza sindacale che è una versione peggiorativa del CCSL”.
Ciò ha fatto saltare i nervi al responsabile provinciale della Fiom il quale sentendosi in difficoltà ha esordito “ci hai rotto il cazzo”, dimostrando la scarsità di argomentazioni.
Nelle conclusioni il responsabile Fiom ha sottolineato, che nonostante le problematiche denunciate dai lavoratori a Pomigliano, siano le stesse, presenti in tutti gli stabilimenti Italiani, solo qui si è ricorsi allo sciopero, mentre in nessun altro stabilimento si è avvalsi dello sciopero.
E considerato le mancate risposte dall’azienda, a sostegno di tale iniziativa, anche sabato prossimo la Fiom indirà’ lo sciopero, avvisando che non potrà continuare, se i lavoratori continuano ad entrare a lavoro, quasi dimenticandosi che gli scioperi, quando si vuole farli sul serio, si fa il presidio ai cancelli, e non ci si limita al semplice volantino, lo si faceva negli anni che la classe operaia era forte e sindacalizzata, figuriamoci ora che la cultura del conflitto è pressoché inesistente.
Infine annuncia che una delegazione si incontrerà con il sindaco per chiedere un intervento istituzionale in merito alla cessione dei 28 impiegati ceduti a terzi, dimenticandosi totalmente di tutte le problematiche denunciate dai lavoratori, circa i ritmi, la faticosità, la mancanza di rispetto di tutte le norme igienico sanitarie, e soprattutto delle centinaia di lavoratori nuovamente discriminati, per loro neppure una parola, dopo tutto sono le stesse pecore nere più volte menzionate da Marchionne.
Eppure basterebbe solo la discriminazione in atto nei confronti di queste centinaia di lavoratori a motivare gli scioperi.
Niente straordinario ne trasferte devono essere avvallate, finchè tutti i lavoratori non rientrano dagli ammortizzatori sociali e rientrano a salario pieno.
Altrimenti si autorizza una ghettizzazione di lavoratori e una loro probabile espulsione.
E’ evidente che non vi è una vera volontà politica da parte della Cgil di affrontare in modo organizzato una lotta nazionale per un vero piano industriale.
Lasciano isolati i propri rappresentanti sui luoghi di lavoro ad organizzare piccole scaramucce per far si che l’immagine della Fiom sia salva, ma lasciando che in sostanza nulla cambi. Ovviamente con la complicità di forze politiche e di media.
Bisogna ribellarsi a tutto ciò, i lavoratori hanno il dovere di lottare e il diritto di pretendere una vera rappresentanza che non sia imbrigliata da regole che li limitano.
Di certo non possono essere Cgil, Cisl, Uil e asserviti vari, l’unica possibilità è un patto, tra coloro che hanno un unità di intendi, pur nelle diversità, ma capace di dare una sponda ai lavoratori, in primis tra chi è libero dal cappio della sottomissione alle clausole previste dal Testo Unico sulla rappresentanza sindacale.
Solo uniti possiamo contrapporci al padrone e batterci per rivendicare lavoro, salario e diritti.
FCA STELLANTIS POMIGLIANO
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