TANTA DEMAGOGIA-POCA CONCRETEZZA
Quello che è emerso nell’incontro di ieri 15.06.2023 al Ministero del Lavoro per la proroga della CIGS per 2500 lavoratori del siderurgico di Taranto, è stato un rimpallo delle responsabilità tra istituzioni (Governo e Regione Puglia) di chi deve garantire economicamente la copertura dell’ammortizzatore sociale dal 20 giugno fino a dicembre 2023, dopo il rifiuto, con diverse motivazioni, da parte di tutte le OO.SS. presenti, di firmare la proroga 3 giorni fa e confermato anche nell’incontro di ieri. Entro il 19 giugno 2023 le istituzioni dovranno garantire la copertura economica ai 2500 lavoratori, altrimenti resterebbero senza retribuzione. Il problema si riproporrà comunque dopo dicembre 2023.
Fiom CGIL, e Fim CISL, firmatari della CIGS il 29 marzo 2023, ma anche Uilm UIL e USB non firmatari, il 29 marzo, urlano al lupo al lupo, passando spesso da posizioni di sostegno ed elogio alle buone intese con Arcelor/Mittal ieri, Acciaierie d’Italia oggi, ad un giudizio di inaffidabilità della stessa azienda.
Posizioni ambigue che si limitano a chiedere tavoli e incontri ministeriali che di fatto non cambiano la prospettiva di una situazione, oramai da tempo, drammatica sia dal punto di vista sociale che ambientale e di sicurezza.
Di lotta non se ne parla!
Si lamentano di non essere presi in considerazione e del continuo decadimento della situazione produttiva ma si vantano però di essere stati a mendicare, dietro le quinte, dalla Meloni.
Il nostro intervento è stato categorico, riportato anche, seppur parzialmente nel verbale di mancato accordo “ Non ci sono condizioni per raggiungere un accordo se manca una prospettiva che metta al primo posto la tutela della salute e della piena occupazione anche per i lavoratori ex ILVA in a.s., attraverso le bonifiche, la eventuale riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario oltre che il riconoscimento di benefici per esposizione a sostanze tossiche e amianto” temi da noi sollevati ma come al solito, ignorati da tutti i presenti al tavolo. Nessuno dei sindacati presenti, compreso USB ha menzionato neanche nel verbale di mancato accordo, il problema della salvaguardia della salute dei lavoratori tanto meno dello stato di inquinamento del sito e del territorio, salvo poi leggere sui giornali dichiarazioni roboanti non sostenute dai fatti.
Intanto leggiamo sui giornali” Mancano le valutazioni sanitarie relative allo scenario della produzione massima autorizzata e per diverse prescrizioni l’azienda non ha indicato alcun intervento migliorativo finalizzato alla risoluzione delle problematiche o alla mitigazione e riduzione delle emissioni”.
E’ quanto in sintesi, rileva ARPA Puglia nelle osservazioni presentate al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) e aggiunge “Non è stato indicato alcun intervento migliorativo finalizzato alla mitigazione e riduzione delle emissioni, che si sviluppano durante la produzione del coke metallurgico…. ecc.ecc.”.
BASTA RICATTI E GIOCHI DELLE PARTI
Neanche il ricatto occupazionale funziona più, permane il rischio per la salute e si perdono posti di lavoro!
I lavoratori e i cittadini devono prendere in mano il proprio futuro da protagonisti, organizzarsi e lottare per la salvaguardia della salute, dell’ambiente e di un lavoro sicuro e tutelato.
16.06.2023
Sotto troverete il verbale di mancato accordo