Lavoratori. Da tempo denunciamo la mancanza di professionalità del gruppo dirigente Stellantis, di una organizzazione del lavoro capace di garantie il reintegro di tutte le maestranze, dopo oltre 15 anni di discriminazioni a salario ridotto, per rendere realmente competitivo lo stabilimento di Pomigliano e allo stesso tempo garantire i diritti dei lavoratori.
Il problema principale era ed è la volonta’ della nuova dirigenza di spremere i lavoratori finchè possibile, senza una visione futura produttiva, stile usa e getta.
Si è arrivati al punto di utilizzare personale da altri stabilimenti e contemporaneamente mantenere oltre 545 lavoratori ancora a casa attraverso ammortizzatori sociali, come risulta dall’ultimo accordo siglato, il 26 luglio 2023, con le O.S..
Ma sembra che l’ingordigia dell’azienda, a pari passo della sudditanza delle O.S. non ha limite, infatti pochi giorni fa è stato siglato un nuovo accordo dove addirittura si obbliga le maestranze a rinunciare alla pausa mensa e l’azienda sta pensando di partire con i 21 turni proprio come accadeva a Melfi, prima della ribellione dei lavoratori.
(complimenti davvero ingegnosi).
Dopo tutto questo “ingegno”, la repressione e la discriminazione nei confronti dei lavoratori che si sono sempre opposti ai metodi dittatoriali di Fiat, Fca, Stellantis, continua, chiaramente con la complicita’ di Fim, Fiom, Uilm, “si anche e soprattutto della Fiom”.
Come ricordato nel comunicato Fiom del 25/08, loro non hanno firmato tale accordo, semplicemente per una questione monetaria, denunciando che, l’azienda risparmia sulla mensa, guadagna mezzora di produzione in più, e attraverso il comunicato, invitano l’azienda a ridiscutere l’accordo, ritenendosi disponibili a sedersi al tavolo per qualche centesimo in più.
A questo punto ci sentiamo in dovere di consigliare a questi LUMINARI aziendali con tendenze “MASOCHISTE” di: sostituire definitivamente “sindacato dei lavoratori”, e sostituirla con un termine più in voga con i tempi, ossia “mercenari”, visto che gli unici interessi che salvaguardano sono quelli degli azionisti e i loro.
Alla dirigenza di oliare meglio le giunzioni, vedrete che le differenze scomparirànno, ovviamente con esso il lavoro dignitoso a Pomigliano.
- Un O.S. seria che vuole realmente difendere i lavoratori, avrebbe motivato la volonta’ di non stipulare qualsiasi accordo, finche’ ci fossero esuberi, e non sarebbero rientrati tutti a salario pieno.
- Coinvolgere le maestranze attraverso i consigli di fabbrica per discutere insieme delle problematiche e le iniziative da intraprendere. E per farlo, il ricorso allo sciopero a cavallo dei 2 turni, per unire tutti i lavoratori.
- Rivendicare di ridiscutere una vera riorganizzazione del ciclo produttivo partendo da una effettiva riduzione dell’orario di lavoro a parita’ di salario, fino al ripristino dei 45 minuti di pausa, della mensa a meta’ turno, dei ritmi sostenibili, rendere la fabbrica un luogo vivibile e non un luogo di penitenza, ovviamente senza dimenticare il Welfar aziendale tanto caro agli interessi sindacali, ridisegnarlo completamente, dove non vi siano utili per le O.S., nessun costo per i lavoratori, ma che si garantiscono, asili per i bimbi, aiuti alle famiglie, sostegno agli anziani del gruppo ecc. un po come erano i cral degli anni 80.
- Intraprendere una vera lotta per il ripristino della democrazia permettendo ai lavoratori di scegliere da chi farsi rappresentare, come previsto dall’ Art. 39 della Costituzione Italiana.
Ovviamente per fare ciò serve la volonta’ e la convinzione dei lavoratori, ma soprattutto la tenacia di una vera O.S. e dei militanti.
Ma la sudditanza delle organizzazioni Sindacali, sembra aver contagiato i militanti, e costoro si limitano a gestire gli ordini che il loro padrone impone.
Rinunciando nei fatti alla necessaria costruzione di un movimento operaio capace di salvaguardare i posti di lavoro dignitosi, che in nome del profitto e grazie alle scelte politiche liberiste, sono sempre di meno.
Ricordiamo ai lavoratori che la LMO mette loro a disposizione mezzi e conoscenze per affrontare tali problemi.
Solo unificando le azioni del sindacalismo di base, quello che da sempre ha rigettato e denunciato l’inganno del testo unico sulla rappresentanza, si possono creare le basi per la costruzione di un vero movimento di classe dei lavoratori.
Il miglior modo per reagire a soprusi ed intimidazioni e sempre lo stesso,
il caro vecchio ma utile SCIOPERO.