conferenza con gli avvocati Pino Marziale di Napoli

ed Enrico Marinelli di Bolzano.

Operai, avanguardie di lotta e dirigenti di L.M.O. (Lavoratori Metalmeccanici Organizzati) S.G.C. (Sindacato Generale di Classe).

Antonio Ferrari Segretario generale di L.M.O. (Lavoratori Metalmeccanici Organizzati).

Eugenio Busellato Segretario generale di S.G.C. (Sindacato Generale di Classe).

L’accordo determina le regole per eleggere i rappresentanti dei lavoratori e delle lavoratrici nei luoghi di lavoro (Testo Unico sulla Rappresentanza) sottoscritto da Confindustria (principale associazione di rappresentanza delle imprese manufatturiere e di servizi in Italia) e le OO.SS. CGIL-CISL-UIL. sottoscritto il 10.01.2014 seguendo la strada tracciata da Marchionne, A.D. della F.C.A. uscita da Federmeccanica, aveva l’obiettivo di restringere la democrazia nei luoghi di lavoro, limitare il diritto di sciopero e affidare il monopolio della rappresentanza ai firmatari, spazzando via qualsiasi forma di dissenso organizzato nei luoghi di lavoro.

L’accordo inizialmente fu contestato anche da parte della CGIL, soprattutto dalla FIOM, la categoria dei metalmeccanici ma in seguito sottoscritto e sostenuto dalla stessa burocrazia della CGIL-FIOM.

All’accordo si opposero i sindacati di base, denunciando tale accordo come limitazione dei diritti dei lavoratori e un atto discriminatorio nei confronti delle OO.SS. che non accettavano di sottomettersi al volere della classe padronale.

Negli anni successivi al 2014, molti sindacati di base si sono sottomessi, sottoscrivendo l’accordo, cercando un riconoscimento dalla controparte prima ancora che dai lavoratori, barattando privilegi di apparato, per ottenere l’agibilità sindacale nei luoghi di lavoro, con la rinuncia alla lotta con il protagonismo dei lavoratori attraverso i rapporti di forza, come avvenuto in molti luoghi di lavoro dove l’organizzazione sindacale non si è piegata al volere delle associazioni firmatarie.

RESPINGERLO ERA DOVEROSO-CONTRASTARLO E’ POSSIBILE!