Nascere a Taranto significa doversi scegliere un’altra città dove diventare adulti.

Significa nascere in un posto da cui andare via per costruirsi un futuro altrove, dove l’aria non è velenosa e dove i propri diritti non vengono calpestati.

Questa è la realtà per molte delle ultime generazioni che non hanno accettato di essere condannate dell’inerzia della politica.

Generazioni di esuli: giovani ingegneri, dottoresse, esperti di marketing, informatici, esperti di nuove tecnologie che popolano la loro città solo d’estate e durante le feste, per scoprire che mamma e papà sono invecchiati, per rincontrarsi con gli amici di una vita (quell’altra vita, quella che sono stati costretti ad abbandonare).

Perché l’acciaio ha inghiottito tutte le altre prospettive: quelle per un futuro in salute, quelle per una politica che pensi ai cittadini più che all’industria, quelle per rendere il proprio luogo di nascita un posto migliore.

Quindi “vai via figlio, vai via figlia, per te è meglio non restare qui”.

Veniamo abituati a vedere la nostra terra come un semplice limbo nel quale scegliere dove andare a costruirci un futuro, altrove, lontano.

Dopo anni tutto questo appare normale a chi è partito e a chi deve partire. In realtà tutto questo è un diritto in meno per chi nasce a Taranto.

Ci hanno disillusi, ingannati e raggirati ma è ora che tutto questo finisca: è ora di restare, è ora di tornare, è ora di resistere!

La nuove generazioni di Taranto devono rompere questo ciclo e avere la consapevolezza che andarsene è una scelta legittima solo se non è l’unica possibile!

Perché essere costretti a scegliere tra vivere altrove o non vivere affatto, è un abuso dei nostri diritti.

Abbiamo visto a Pisa come la classe politica tratta i giovani del proprio paese. Se dall’alto possiamo aspettarci solo manganellate e repressione vuol dire che dobbiamo rimboccarci le maniche e darci forza tra noi, per determinare NOI il NOSTRO futuro!

È QUI che possiamo e dobbiamo fare la differenza per costruire un futuro migliore per tutti noi.

È QUI che dobbiamo lottare.

È QUI che dobbiamo svilupparci.

È QUI che si trova ciò che ci spetta di diritto e ciò che dobbiamo riprenderci!

Smettila di essere vittima delle decisioni che gli altri prendono per te e sii protagonista del tuo futuro.

Il 23 Aprile sarà un’altra cosa.

Tu sarai con noi?