In questi giorni in Kazakistan abbiamo assistito a pesanti proteste.Proteste che nascono da problemi reali, concreti e percettibili sulla pelle di tutto il popolo Kazako.
I lavoratori sono scesi in piazza chiedendo un miglioramento del loro tenore di vita, sfidando la polizia e la repressione, pretendendo libertà sindacale ed esprimendo la loro opposizione al saccheggio delle risorse energetiche da parte dei Monopoli.
Si temono però, concrete infiltrazioni di apparati legati al terrorismo islamico e di agenzie estere statunitensi che hanno finanziato organizzazioni finto democratiche, in particolare quella il cui leader è Mukhtar Ablyazov.(Per breve tempo ministro dell’energia, industria e commercio alla fine degli anni 90 e figura politica d’opposizione al presidente Nasarbayev).
La FLMU – Federazione Lavoratori Metalmeccanici Uniti, è solidale con i lavoratori e le mobilitazioni popolari contro l’aumento dei prezzi, la disoccupazione, la povertà e altri problemi sociali che il sistema capitalista ha creato per milioni di persone, 30 anni dopo la dissoluzione dell’URSS.
Non possiamo esimerci però da condannare fermamente il doppio gioco che gli imperialisti americani fanno, per accaparrarsi un nuovo polo strategico nella loro guerra contro le potenze orientali. Se il Kazakistan fosse destabilizzato per i lavoratori e per il popolo kazako si passerebbe dalla padella alla brace, quella statunitense.
Stiamo dalla parte del popolo che lotta, della classe lavoratrice e operaia Kazaka, ma non con chi persegue il volere e gli interessi della CIA e dell’imperialismo USA.