Ridurre il deficit con un drastico taglio della spesa pubblica, a partire dalle pensioni e dai salari dei lavoratori: questo è l’ordine impartito dalle élites globaliste e dall’Europa: il governo Meloni esegue, esattamente come quelli precedenti. Non si risparmia invece sulle spese militari che, come NATO comanda, devono aumentare fino al 2% del PIL : anche su questo il Governo obbedisce.
In questo panorama non poteva mancare l’ennesimo assalto al TFR dei lavoratori: destinazione Fondi Pensione integrativi.
Il Ministro del Lavoro annuncia l’intenzione di stabilire un periodo di 6 mesi per trasferire il TFR ai Fondi rinnovando il sistema truffaldino del silenzio/assenso, sperando nell’ingenuità o distrazione dei lavoratori: se entro tale periodo il lavoratore non si pronuncia formalmente, il TFR transita automaticamente nel Fondo Pensione di categoria, senza poi avere il diritto di ripensarci: non si può più tornare indietro.
Il vice-ministro del lavoro Durigon, propone addirittura la destinazione obbligatoria ai Fondi Pensione del 25% del TFR, senza alcun parere del lavoratore.
I Fondi Pensione non decollano perché la maggioranza dei lavoratori ha capito dove sta la fregatura e hanno scelto di tenersi ben stretto il loro TFR. E’ noto infatti che il TFR viene rivalutato annualmente dell’1,5% fisso, nonché del 75% dell’inflazione (aumento dei prezzi al consumo, il costo della vita) registrata nel corso di ciascun anno. Questa rivalutazione costituisce il “rendimento” del TFR, particolarmente conveniente nei periodi di alta inflazione: nel 2022 si è registrata una rivalutazione del TFR del 10 % contro perdite medie tra il 10 e 11% della previdenza integrativa, in balia delle variazioni borsistiche.
Ma allora chi – e perché – torna a voler mettere le mani su queste risorse, che sono soldi dei lavoratori accantonati per affrontare più serenamente la vecchiaia ? Banche, Gestori dei Fondi Pensione, Assicurazioni e CGIL CISL UIL, sindacati complici del Sistema che co-gestiscono i Fondi Pensione Integrativi.
Ancora una volta invitiamo i lavoratori a non cadere nel tranello del silenzio-assenso, a respingere anche il tentativo di imporre la cessione di una quota del 25% del TFR ai Fondi Pensione e lottare per il ripristino di una previdenza pubblica che garantisca pensioni adeguate.
NON REGALIAMO I NOSTRI SOLDI ALLA SPECULAZIONE E AGLI AFFARISTI !
L’attacco non si fermerà a questo: le élites globaliste chiedono ancora più austerità per le classi popolari, quindi riduzioni dei salari, delle pensioni, delle prestazioni sanitarie
pubbliche, dei diritti. La guerra alla Russia, voluta fortemente dai paesi NATO, sta scatenando effetti economici devastanti soprattutto sui Paesi europei, con aumenti vertiginosi delle spese energetiche sostenute dalle famiglie.
E’ il momento di dire basta, di partecipare attivamente per contrastare queste politiche che ancora una volta dichiarano guerra ai lavoratori lasciando inalterati i privilegi e la ricchezza di una esigua minoranza.