Esplosione e incendio: 5 morti e 26 feriti (2 ustionati gravi), in un deposito carburanti a Calenzano (FI). Mentre scriviamo, un altro lavoratore ucciso in autostrada a Cassino (FR).
Ci stringiamo forte al dolore delle famiglie delle vittime ma non possiamo non affermare con rabbia alcune considerazioni. La nostra classe subisce quotidianamente morti ammazzati e infortuni per mancanza di sicurezza e adeguati controlli. Nonché malattie per processi produttivi inquinanti, tollerati e a volte favoriti (vedi ex ILVA di Taranto).
I governi di ieri e di oggi e i sindacati confederali, al di là di proclami e di atti di circostanza, lasciano fare, impegnati come sono a scippare il TFR (Legge di bilancio 2025) e/o a fomentare fondi privati pensionistici e sanitari. Mentre dilaga la demagogia da parte di chi nei fatti sostiene questo sistema, assistiamo alle conseguenze delle politiche di austerità perseguite e dettate dall’Unione Europea che condizionano la vita dei lavoratori e delle lavoratrici con aleatorie misure per la sicurezza nei luoghi di lavoro, con ricatti occupazionali e condizioni di precariato che tentano di sottacere la mancanza della tutela della salute nonché aumenti dei ritmi di lavoro con meno personale, aumento degli straordinari e flessibilità, stipendi ridotti al minimo, delocalizzazione e licenziamenti.
Per la conquista della entità e della dignità della classe lavoratrice. Per riportare nelle mani dei lavoratori e delle lavoratrici le decisioni, la lotta, lo sciopero, la difesa della salute, del lavoro, del salario, dei servizi sociali, che ci stanno sottraendo. Lavoriamo per un fronte unitario di lotta dei lavoratori pubblici e privati, dei ceti popolari, delle organizzazioni sindacali e non che vogliono realmente combattere questo sistema.
Organizziamo comitati di lotta dentro e fuori i luoghi di lavoro, per rimettere in piedi la forza necessaria per ribaltare i tavoli e organizzare uno sciopero vero che ridia forza e protagonismo alla classe lavoratrice per un vero cambiamento.