Nello stesso anno, il 1939, entra in produzione lo stabilimento di Mirafiori e scoppia la seconda guerra mondiale. L’Italia entrerà in guerra il 10 giugno 1940, con l’aspettativa di un conflitto che avrebbe dovuto concludersi in poco tempo. Con la dichiarazione di guerra fu decretato il congelamento dei salari, mitigato solamente da alcune erogazioni straordinarie decise dal regime e dall’aumento delle ore di lavoro; tuttavia questo non fermò la forte erosione dei salari dovuta all’inflazione galoppante. Il potere d’acquisto ebbe un brusco ridimensionamento, considerando che 1000 lire del 1940 valevano circa 50 lire nel 1945.
1942 – Fiat Lingotto – Bombardamento 21 novembre 1942
Dopo lo scoppio della guerra, la produzione annuale di autovetture FIAT era passata dalle 52.978 del 1939 alle 23.502 del 1940, aumentava invece la produzione di veicoli industriali, da 2.843 nel ’39 a 12.548 nel ’40, mentre la produzione di trattori si manteneva sostanzialmente stabile, sotto le 600 unità. Gli occupati della Fiat, operai e impiegati, erano cresciuti progressivamente nel tempo arrivando, nel 1940, a 61.128 unità. A Mirafiori si concentrarono le lavorazioni di meccanica, compreso i motori avio, e la carrozzatura degli autocarri; mentre al Lingotto rimaneva la carrozzeria delle auto.
La guerra comporterà un aggravio immediato delle condizioni dei lavoratori, non solo sul versante della retribuzione, erosa dall’inflazione galoppante, ma anche per le condizioni materiali di vita, caratterizzate dal razionamento dei generi di prima necessità (dall’ottobre del 1941) e dall’applicazione dentro le aziende di una disciplina di guerra molto dura, con orari di lavoro estenuanti.
Gli scioperi del 1943
All’inizio del 1943 si verifica una svolta significativa: il 1° marzo gli operai di alcuni reparti della Mirafiori entrano in sciopero a causa di un mancato accoglimento della richiesta di una mensilità supplementare. Lo sciopero del 1° marzo coinvolse pochi lavoratori delle officine ausiliarie, dove operavano i lavoratori più qualificati; un nuovo tentativo viene effettuato il 5 marzo, ma è soprattutto l’8 marzo che lo sciopero coinvolge almeno 8 stabilimenti, in particolare le Ferriere e la Mirafiori. Nei giorni seguenti lo sciopero si estendeva ad altri reparti e anche ad altre aziende in Piemonte e in Lombardia. La protesta operaia diventò immediatamente un elemento di catalizzazione dell’opposizione al fascismo, dimostrando il fallimento della politica d’integrazione autoritaria tentata attraverso i sindacati di regime.
L’8 settembre e la Resistenza
La formazione del governo Badoglio e l’arresto di Mussolini il 25 luglio 1943 portarono provvisoriamente a una maggiore libertà sindacale con il commissariamento delle organizzazioni sindacali fasciste e la ricostituzione delle Commissioni Interne. L’armistizio dell’8 settembre e la successiva occupazione tedesca con la formazione della Repubblica Sociale, portarono alla formazione di comitati di agitazione clandestini nelle fabbriche, mentre le strutture sindacali ripassavano sotto il controllo della Repubblica Sociale di Mussolini. In ogni modo ciò non segnò la fine degli atti di protesta che si ripeterono anche nel 1944, seguiti da arresti e “serrate” delle fabbriche.
La conclusione del conflitto in l’Italia con l’insurrezione armata negli ultimi giorni dell’aprile del 1945 vede un’azienda gravemente danneggiata sul piano materiale e con il gruppo dirigente aziendale soggetto a un processo di epurazione per sospetta collaborazione con il passato regime: la direzione aziendale sarà commissariata dal Comitato di liberazione nazionale e affidata al Consiglio di gestione. Giovanni Agnelli fu estromesso dalla direzione dell’azienda e morirà nel dicembre del 1945 senza rientrare nelle sue funzioni; mentre Vittorio Valletta sarà riammesso alla guida dell’azienda nel marzo del 1946.
1948 – Fiat Mirafiori – Montaggio mod. 500 e 1100
Il dopoguerra e la scelta della repubblica
Dal punto di vista politico il dopoguerra sarà caratterizzato dai governi di unità nazionale, di cui facevano parte tutte le forze politiche che avevano partecipato alla Resistenza, mentre il dibattito istituzionale sarà si accentuerà sul contrasto monarchia-repubblica, sciolto con il referendum popolare del 2 e 3 giugno 1946, dove prevalse la scelta per la repubblica. Contemporaneamente al referendum fu tenuta l’elezione dell’assemblea costituente che doveva tracciare il nuovo quadro di norme fondamentali della nuova repubblica.
Le difficoltà a riprendere la produzione erano enormi: infatti, i livelli produttivi nel 1945 sono ancora inferiori a quelli, già molto limitati, del 1944. Inoltre l’inflazione e la disoccupazione (il dato ufficiale del 1945 è di due milioni di disoccupati) sono le principali emergenze che si presentano nella fase della ricostruzione.
La ricostruzione
Il processo di ricostruzione aziendale si protrarrà fino al 1947 e solo successivamente fu avviato un processo di razionalizzazione nella distribuzione delle produzioni che concentrò a Mirafiori la produzione di automobili. Nell’immediato dopoguerra le Commissioni Interne (C.I.) acquisiscono un ruolo importante di regolazione, anche per effetto della carenza di un’autorità riconosciuta all’interno della fabbrica. Tuttavia le possibilità di contrattazione aziendale erano limitate, poiché l’accordo interconfederale del 6 dicembre 1945 aveva sostanzialmente “centralizzato” al livello confederale la contrattazione dei minimi retributivi, suddivisi per categorie e per zone territoriali, lasciando spazi limitati agli altri livelli di contrattazione.
Nel marzo del 1946 con il rientro di Valletta venne formalizzata l’istituzione del Consiglio di gestione aziendale con funzioni consultive.
Il 1947 è anche l’anno della stretta monetaria voluta dal governo De Gasperi che rallentò decisamente il processo inflazionistico, creando però anche effetti negativi sulla produzione e sull’occupazione infatti, l’anno successivo il tasso di disoccupazione arrivò a sfiorare il 20%. Sempre nel 1947 si rompe l’esperienza dei governi di unità nazionale: l’estromissione del Partito Comunista (Pci) e del Partito Socialista (Psi) dal governo è favorita dal clima di guerra fredda che caratterizza la politica internazionale, mentre inizia un pesante attacco nei confronti delle sinistre.