Nel marzo del 1950 la Fiom denunciò dell’accordo sul “superpremio”, conseguentemente si aprì una lunga trattativa che si concluderà l’anno successivo. La Fiom era giunta a questa decisione dopo una discussione contrastata, ritenendo che il meccanismo del superpremio favorisse l’incremento dei rendimenti, che si intensificavano rapidamente, per l’effetto congiunto degli investimenti e di una domanda di mercato che iniziava a crescere. Un altro aspetto era l’accentuazione delle differenze retributive tra diretti e indiretti operata dal superpremio. Per questi motivi la maggioranza della C.I. denunciò l’accordo e rivendicò l’eliminazione delle differenze retributive e il mutamento del meccanismo premiante.
Nella trattativa s’inserì la questione sorta in seguito l’accordo interconfederale dell’8 dicembre 1950 e la relativa misura degli assorbimenti salariali da applicare in Fiat, in altre parole l’entità dell’aumento retributivo “fresco” e degli assorbimenti dei precedenti aumenti contrattati aziendalmente. La trattativa si concluse con l’accordo del 9 maggio 1951 nell’insolita sede della Confindustria del Nord, a Milano. Lo spostamento della trattativa, iniziata in azienda con la C.I., era stato chiesto dalla Fiat, probabilmente per stemperare la vertenza stessa che aveva avuto molte iniziative di conflitto sindacale. “L’accordo di Milano”, così fu chiamato nel gergo sindacale, oltre a comprendere degli aumenti retributivi, con una rivalutazione media di 12 lire l’ora del premio di produzione e del premio generale di stabilimento (le nuove denominazioni che assunsero rispettivamente il premio di produttività e il superpremio), stabiliva delle verifiche sui tempi di lavoro assegnati, sugli straordinari e sulle condizioni di lavoro, prevedendo anche la possibilità di incrementare gli organici. A differenza di quanto stabilito nel 1949 il premio generale di stabilimento fu reso indipendente per ogni Sezione Fiat, mentre in precedenza era collegato all’andamento produttivo delle quattro Sezioni più dinamiche. In altre parole, con la mutata situazione economica e di mercato, fu tolta la “rete di sicurezza” che tutelava i lavoratori delle Sezioni che avevano maggiori problemi di mercato. Restavano insoluti molti degli aspetti che avevano indotto la C.I. a denunciare l’accordo sul superpremio; inoltre,le verifiche previste sui tempi e sulle condizioni di lavoro non si tradussero in successive intese. Queste si limitarono invece agli aspetti retributivi come l’incremento dei compensi per disagio turni (25 maggio 1951), l’adeguamento del premio efficienza per gli impiegati (12 settembre 1951).